Progetto Italia Federale

a cura di Francesco Paolo Forti
Lavoro nero 
Analisi grafica
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 Ultimo aggiornamento:  Maggio 2005
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La visione geografica del nero (a sinistra) mostra una marcata presenza del sommerso nei paesi mediterranei e scandinavi.
L'europa centrale è nella media OECD (16%) con le eccezioni del Belgio (marcatamente sopra la media) e di Austria e Svizzera, marcatamente sotto la media.
La comparazione con la somma della pressione fiscale e contributiva (a destra) evidenzia una buona correlazione tra i due fenomeni.
Fanno eccezione Austria, Portogallo e Norvegia.
Nel primo caso si stima meno sommerso di quanto possa apparire dall'esame della pressione fiscale e contributiva.
Negli altri due casi si rivela più sommerso di quanto si sospetterebbe in base alla sola pressione fiscale e contributiva.
Ricordiamo comunque che le cause del nero sono molteplici; vi sono anche la eccessiva burocrazia e l'eccessiva complessitä del sistema delle norme.
Mappa del lavoro sommerso (% su PIL ufficiale)                                           Mappa della pressione fiscale e contributiva (% su PIL ufficiale)


Questi dati sono in relazione alla pressione fiscale e contributiva dei rispettivi paesi (indicati nelle tabelle del documento principale), anche se poi occore considerare l'effetto ulteriore della minore pressione legislativa, della presenza o meno malavita organizzata, della maggiore o minore burocrazia, della complessità del sistema tributario. Rimane il fatto che dove la pressione fiscale e contributiva è più elevata, si osserva anche la maggiore stima di economia sommersa. Cio significa che poi i pochi che pagano tasse contributi lo fanno anche per gli altri. La suddivisione in gruppi è utile per riflettere sulla seguente considerazione: oltre certi volumi di economia sommersa, qualsiasi statistica sul lavoro, sulla disoccupazione, sui redditi, sui consumi, è errata, distorta, sbagliata come ordine di grandezza. Da ciò deriva che anche le politiche economiche fatte sul lavoro, sulla disoccupazione e di sostengo ai redditi, andrebbero ripensate, visto che il volume del lavoro nero ed illegale coinvolge, solo in Italia, volumi monetari superiori ai 500'000 miliardi di lire ogni anno. O, per dirla con il Prof Schneider nel suo studio dello scorso anno: <<Under a growing shadow economy, (economic) policy is based on mistaken „official“ indicators (like unemployment, official labor force, income, consumption), it may to say the least, be wrong in magnitude. In such a situation a prospering shadow economy may cause politicians severe difficulties, becaus it „provides“ unreliable official indicators; the very direction of intended policy measures may therefore be questionable.>>

Per quanto riguarda la crescita ("growing shadow economy") questo grafico mostra la tendenza nei principali paesi in esame.

Grafico
Si individuano 5 gruppi di nazioni
        1. Svizzera, Austria ed Usa, nella fascia tra il 5% ed il 10%
        2. Uk, Australia, Olanda, Germania, Francia, Canada ed Irlanda tra il 13 ed il 16%
        3. Danimarca, Norvegia e Svezia tra il 18 ed il 20%
        4. Belgio e Spagna, tra il 22 ed il 23%
        5. Italia e Grecia tra il 25 ed il 30%
Si nota, nel decennio osservato, un sostanziale andamento ascendente nella prima metà e discendente nella seconda.
Fanno eccezione Germania, Austria e Svizzera, che pur con dinamiche diverse presentano una crescita costante.
L'Italia, come anche altri paesi, è sostanzialmente tornata verso le posizioni del 1994, anche se non del tutto. .